CITAZIONE
Ermes, bronze saint Lince, livellato a blu
Il cielo era percorso da lingue di fuoco che accentuavano ancora di più lo sfolgorio del sole che stava sorgendo; nel contempo il freddo della notte stava lasciando spazio ad una delle solite giornate roventi di Grecia.
Le onde sospinte dalla brezza seguitavano il loro moto perpetuo, come a voler sottolineare la quotidianità che sembrava caratterizzare quel dì.
Tuttavia nel profondo della calma di quel luogo, un cavaliere procedeva a passi rapidi, correndo, senza fermarsi.
I suoi piedi sprofondavano nella sabbia del lido ateniese, rendendo più gravosa la corsa, nondimeno il saint continuava a proseguire imperterrito. Il suo volto era madido di sudore, così come i capelli castani fradici, lasciati liberamente al vento.
…maledetto sia il giorno in cui ho deciso di allenarmi con continuità…
Il suo corpo correva, ma la sua mente era altrove, la quale tuttavia inaspettatamente percepì un cosmo, violaceo, tetro, lugubre, che sembrava aver risucchiato tutto il calore circostante.
…è adesso chi sarà mai?…qual nemico si azzarda a manifestare placidamente il suo cosmo a poca distanza dalle dodici case?…
Il giovane saint avvertiva in quel cosmo oscuro un’indefinita potenza pari soltanto all’oscurità che emanava, oltre a ciò, esso somigliava incredibilmente nella forma, non nella natura, a quello del suo maestro e Grande Sacerdote, il cavaliere di Virgo, Altair.
…possibile?…
Sempre più preso dai dubbi e sempre più perso nell’analisi di quel fosco cosmo, il cavaliere non scorse uno dei tanti spuntoni di roccia candida di cui erano disseminati i litorali greci. Allorché inciampò, e, precipitando, andò proprio contro al saint che emanava quella tenebrosa e minacciosa aura.